Mercoledì 13 luglio, alle 13.13 ora italiana, dalla base di Kourou, nella Guyana francese, sarà lanciato il razzo Vega-C dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Sapienza è nei team di ricerca che hanno contribuito alla realizzazione del satellite LARES 2, del minisatellite AstroBio CubeSat e del nano-satellite GreenCube che saranno messi in orbita da Vega-C
Mercoledì 13 luglio, alle 13.13 ora italiana, dalla base di Kourou, nella Guyana francese, sarà lanciato il razzo Vega-C dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).
Il lanciatore porterà in orbita il satellite LARES 2 progettato dal team di ricerca di Antonio Paolozzi della Scuola di Ingegneria aerospaziale della Sapienza, sotto la responsabilità scientifica di Ignazio Ciufolini del Centro Fermi di Roma e grazie al finanziamento e alla gestione dall’Agenzia spaziale italiana (Asi). La realizzazione del satellite, oltre ai relativi modelli di sviluppo, è ad opera dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), e in particolare delle sedi di Frascati e di Padova. LARES 2 - o Laser RElativity Satellite 2 – è il secondo satellite della serie LARES, destinata a verificare la teoria della relatività di Einstein, misurando il fenomeno di trascinamento dei sistemi di riferimento inerziali da parte della Terra. I dati ricavati dai due satelliti del progetto scientifico LARES potranno trovare applicazione anche in altri campi, da quello dei cambiamenti climatici globali, ai terremoti e al vulcanismo e, infine, ai sistemi di navigazione satellitare.
Assieme a LARES 2 sarà lanciato anche il minisatellite AstroBio CubeSat (Abcs), realizzato grazie a un progetto coordinato dall’Inaf, in collaborazione con il gruppo di ricerca di Augusto Nascetti della Scuola di Ingegneria aerospaziale della Sapienza e con l’Università di Bologna. AstroBio presenta un laboratorio miniaturizzato basato su un’innovativa tecnologia che che eseguirà autonomamente esperimenti bioanalitici nello spazio, con una serie di potenziali applicazioni in missioni di esplorazione planetaria sia umana che robotica. L’obiettivo dell’esperimento è quello di valutare la funzionalità complessiva del sistema in un ambiente estremamente difficile, caratterizzato da un intenso irraggiamento di particelle cariche di origine solare in grado di simulare un viaggio interplanetario.
A bordo del razzo Vega-C, infine, anche il nano-satellite GreenCube, sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria astronautica, elettrica ed energetica della Sapienza e nato da un progetto coordinato dall’Asi, che ha visto anche la collaborazione dell’Enea e dell’Università di Napoli Federico II. Il team Sapienza è coordinato da Fabio Santoni e Fabrizio Piergentili. GreenCube ospita un laboratorio autonomo di coltivazione spaziale, le cui tecnologie saranno utilizzate in orbita per la coltivazione di micro-verdure. Questo laboratorio presenta gli apparati per la germinazione e la crescita delle piante, con luce artificiale in grado di riprodurre i cicli giorno/notte, un vero e proprio sistema di “irrigazione” e sensori ambientali di vario tipo, tra cui una fotocamera e sensori termici che registreranno lo stato sviluppo e di salute delle piante. L’esperimento avrà una durata di circa 20 giorni e potrà suggerire la futura implementazione delle tecnologie di coltivazione sfruttate per le missioni lunari e marziane.